Novità Abao Aqu Edizioni

Giuseppe De Santis
Nel sogno della libertà
Abao Aqu edizioni
Pagine: 150
Formato: 14,8× 21 cm
ISBN: 978-88-99044-43-5
Prezzo di vendita: Euro 16,50
Il libro
Due le voci: Emile Zola, l’autore del “Je accuse”, e Amilcare Cipriani, un ribelle anarchico che ha combattuto prima per l’Unità d’Italia e poi per La Comune di Parigi. Il dialogo è immaginario ma può esserci anche stato, visto che i due si sono incontrati e Zola aveva raccolto del materiale per scriverne un libro. Sono appunti, parole, frammenti sparsi, note e considerazioni varie che non fanno una storia, ma dicono di una vita che vale la pena di raccontare. È quella randagia di un anarchico, due volte eroe e due volte disertore.
Ogni capitolo ricostruisce un tratto di storia vissuta dalla battaglia di San Martino del 1859 fino alla Prima guerra mondiale, passando attraverso la spedizione dei Mille, il brigantaggio e le lotte operaie di fine secolo.
Per le vicende politiche vissute Amilcare Cipriani pagherà un prezzo altissimo, accumulando più di tre lustri di carcere che sconterà prima in Nuova Caledonia e poi nella fortezza di Portolongone. Nello stesso tempo non vedrà più sua moglie, sua madre e suo padre, e perderà sua figlia che ritroverà in modo bizzarro solo in tarda età. Una vita davvero eroica e tragica, vissuta nel sogno della libertà come solo i grandi visionari sanno fare.
L’autore
Giuseppe De Santis è nato a Portocannone (CB), una comunità arbëreshe del Molise e vive a Bosco Mesola (FE). È stato docente di Materie Letterarie nel Polo Tecnico di Adria (RO) e tra i fondatori di “Quadernetto”, raro esempio di rivista letteraria nata in un Istituto d’istruzione superiore, alla quale hanno collaborato personalità illustri della cultura italiana. In questa rivista ha pubblicato diversi saggi critici su Giacomo Leopardi e varia letteratura, e ha commentato alcuni canti della “Commedia”. Nel tempo libero, insieme alla sua band si diverte a leggere, suonare e cantare in spettacoli di alto profilo e d’impegno civile. Ha esordito con “Il segreto”, 1999. Di qualche anno fa è il suo secondo romanzo, “Il cacciatore di talpe”, 2007. Ha infine pubblicato, Il fiore di Brueghel, 2011; il raccontino ”Il piantatore di melograni”, 2014; il romanzo “La promessa di Bala”, 2016. E, insieme a Emanuele Ferrari, la raccolta di racconti “Nei paesi dell’allegria”, 2019. Nel 2022 ha esordito anche come cantautore con “Cantata per una donna”.
Per contemplare il paesaggio più meraviglioso del mondo bisogna arrivare all’ultimo piano della Torre della Vittoria, a Chitor. C’è là un terrazza circolare che permette di dominare tutto l’orizzonte. Una scala a chiocciola porta alla terrazza, ma solo s’arrischia a salire chi non crede nella favola, la quale dice così:
Sulla scala della Torre della Vittoria abita dal principio dei tempi l’Abao Aqu, sensibile ai valori delle anime umane. Vive in stato letargico, sul primo gradino, e solo fruisce di vita cosciente quando qualcuno sale la scala. La vibrazione della persona che s’avvicina gl’infonde la vita, e una luce interiore s’insinua in lui. Nello stesso tempo, il suo corpo e la sua pelle quasi traslucida cominciano a muoversi. Quando qualcuno s’avvia per la scala, l’Abao Aqu si mette quasi ai calcagni del visitatore e sale afferrandosi all’orlo dei gradini, scavati e consunti dai piedi di generazioni di pellegrini. A ogni gradino il suo colore s’intensifica, la sua forma si perfeziona, e la luce che irraggia si fa ogni volta più brillante. Testimone della sua sensibilità è il fatto che raggiunge l’ultimo gradino, e la sua forma perfetta, solo quando chi sale è un essere evoluto spiritualmente. Altrimenti resta come paralizzato prima di arrivare, col suo corpo incompleto, il suo colore indefinito, la sua luce vacillante. L’Abao Aqu soffre quando non può formarsi interamente, e il suo lamento è un rumore appena percettibile, simile al fruscio della seta. Ma quando l’uomo o la donna che lo resuscitano sono pieni di purezza, allora può giungere all’ultimo scalino, ormai completamente formato e irradiando una viva luce azzurra. Il suo ritorno alla vita è molto breve, poiché, andando via il pellegrino, l’Abao Aqu rotola e cade fino al gradino iniziale, dove ormai spento e simile a una lamina dai contorni vaghi, aspetta il visitatore successivo. Si può vederlo bene solo quando arriva a metà della scala, dove i prolungamenti del suo corpo, che in guisa di piccole braccia l’aiutano a salire, si definiscono con chiarezza. C’è chi dice che guarda con tutto il corpo, e che al tatto ricorda la pelle della pesca.
Nel corso dei secoli, l’Abao Aqu è giunto una sola volta alla perfezione. Il capitano Burton registra la leggenda dell’Abao Aqu in una delle note alla sua traduzione delle Mille e una notte.
Jorge Luis Borges, Manuale di zoologia fantastica, Giulio Einaudi editore, Torino, 1984, pp. 16-17