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 Novità Abao Aqu Edizioni

Il libro

Una donna viene trovata morta stenca nei lavatoi. Gatlone e Pilicchia la tengono a bada e se ne prendono cura. Il tenente Corea, dopo aver accertato la presunta morte, in sella alla sua moto parte a schioppettata su per la rampata del Pigiolo per andare ad avvisare le berrette pari. Nel frattempo, tuttavia, siccome viene la festa di Sant’Andrea, Gatlone con in spalla la donnina si reca dal barbiere per accomodarsi la testa. Ed è solo l’inizio della storia che si dipana tra colpi di scena surreali e grotteschi e vita quotidiana. Un mondo fantasmagorico di personaggi, i cui nomi ben si legano con i luoghi e non si capisce bene se siano più veri o ridicoli. Di certo resta che si ride sulle proprie miserie

L’autore

Silvano Scaruffi scrive e vive a Ligonchio, Comune di Ventasso, Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, Riserva mondiale Uomo e Bisofera UNESCO, e altre sigle e acronimi esiziali. Con le edizioni Abao Aqu ha pubblicato nel 2013 il romanzo- mondo “Un problema di creature mannare a Ligonchio”, con le illustrazioni di Mauro Moretti, nel 2015 “Gli alieni non hanno le antenne”, nel 2017 “Le pecore si contano a maggio” e nel 2019 “L’incantatrice di vermi”. Da grande vorrebbe diventare morfinomane.

Silvano Scaruffi

Armadgat

Abao Aqu edizioni

Pagine: 110

Formato: 12,77× 18 cm

ISBN: 978-88-99044-44-2

Prezzo di vendita: Euro 12,00

 

Giuseppe De Santis

Nel sogno della libertà

Abao Aqu edizioni

Pagine: 150

Formato: 14,8× 21 cm

ISBN: 978-88-99044-43-5

Prezzo di vendita: Euro 16,50

 

Il libro

Due le voci: Emile Zola, l’autore del “Je accuse”, e Amilcare Cipriani, un ribelle anarchico che ha combattuto prima per l’Unità d’Italia e poi per La Comune di Parigi. Il dialogo è immaginario ma può esserci anche stato, visto che i due si sono incontrati e Zola aveva raccolto del materiale per scriverne un libro. Sono appunti, parole, frammenti sparsi, note e considerazioni varie che non fanno una storia, ma dicono di una vita che vale la pena di raccontare. È quella randagia di un anarchico, due volte eroe e due volte disertore. 

Ogni capitolo ricostruisce un tratto di storia vissuta dalla battaglia di San Martino del 1859 fino alla Prima guerra mondiale, passando attraverso la spedizione dei Mille, il brigantaggio e le lotte operaie di fine secolo. 

Per le vicende politiche vissute Amilcare Cipriani pagherà un prezzo altissimo, accumulando più di tre lustri di carcere che sconterà prima in Nuova Caledonia e poi nella fortezza di Portolongone. Nello stesso tempo non vedrà più sua moglie, sua madre e suo padre, e perderà sua figlia che ritroverà in modo bizzarro solo in tarda età. Una vita davvero eroica e tragica, vissuta nel sogno della libertà come solo i grandi visionari sanno fare.

L’autore

Giuseppe De Santis è nato a Portocannone (CB), una comunità arbëreshe del Molise e vive a Bosco Mesola (FE). È stato docente di Materie Letterarie nel Polo Tecnico di Adria (RO) e tra i fondatori di “Quadernetto”, raro esempio di rivista letteraria nata in un Istituto d’istruzione superiore, alla quale hanno collaborato personalità illustri della cultura italiana. In questa rivista ha pubblicato diversi saggi critici su Giacomo Leopardi e varia letteratura, e ha commentato alcuni canti della “Commedia”. Nel tempo libero, insieme alla sua band si diverte a leggere, suonare e cantare in spettacoli di alto profilo e d’impegno civile. Ha esordito con “Il segreto”, 1999. Di qualche anno fa è il suo secondo romanzo, “Il cacciatore di talpe”, 2007. Ha infine pubblicato, Il fiore di Brueghel, 2011; il raccontino ”Il piantatore di melograni”, 2014; il romanzo “La promessa di Bala”, 2016. E, insieme a Emanuele Ferrari, la raccolta di racconti “Nei paesi dell’allegria”, 2019. Nel 2022 ha esordito anche come cantautore con “Cantata per una donna”.

Per contemplare il paesaggio più meraviglioso del mondo bisogna arrivare all’ultimo piano della Torre della Vittoria, a Chitor. C’è là un terrazza circolare che permette di dominare tutto l’orizzonte. Una scala a chiocciola porta alla terrazza, ma solo s’arrischia a salire chi non crede nella favola, la quale dice così:

Sulla scala della Torre della Vittoria abita dal principio dei tempi l’Abao Aqu, sensibile ai valori delle anime umane. Vive in stato letargico, sul primo gradino, e solo fruisce di vita cosciente quando qualcuno sale la scala. La vibrazione della persona che s’avvicina gl’infonde la vita, e una luce interiore s’insinua in lui. Nello stesso tempo, il suo corpo e la sua pelle quasi traslucida cominciano a muoversi. Quando qualcuno s’avvia per la scala, l’Abao Aqu si mette quasi ai calcagni del visitatore e sale afferrandosi all’orlo dei gradini, scavati e consunti dai piedi di generazioni di pellegrini. A ogni gradino il suo colore s’intensifica, la sua forma si perfeziona, e la luce che irraggia si fa ogni volta più brillante. Testimone della sua sensibilità è il fatto che raggiunge l’ultimo gradino, e la sua forma perfetta, solo quando chi sale è un essere evoluto spiritualmente. Altrimenti resta come paralizzato prima di arrivare, col suo corpo incompleto, il suo colore indefinito, la sua luce vacillante. L’Abao Aqu soffre quando non può formarsi interamente, e il suo lamento è un rumore appena percettibile, simile al fruscio della seta. Ma quando l’uomo o la donna che lo resuscitano sono pieni di purezza, allora può giungere all’ultimo scalino, ormai completamente formato e irradiando una viva luce azzurra. Il suo ritorno alla vita è molto breve, poiché, andando via il pellegrino, l’Abao Aqu rotola e cade fino al gradino iniziale, dove ormai spento e simile a una lamina dai contorni vaghi, aspetta il visitatore successivo. Si può vederlo bene solo quando arriva a metà della scala, dove i prolungamenti del suo corpo, che in guisa di piccole braccia l’aiutano a salire, si definiscono con chiarezza. C’è chi dice che guarda con tutto il corpo, e che al tatto ricorda la pelle della pesca.

Nel corso dei secoli, l’Abao Aqu è giunto una sola volta alla perfezione. Il capitano Burton registra la leggenda dell’Abao Aqu in una delle note alla sua traduzione delle Mille e una notte.

 

 

Jorge Luis Borges, Manuale di zoologia fantastica, Giulio Einaudi editore, Torino, 1984, pp. 16-17

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